Il laboratorio “Plastiche e Microplastiche: dal mare al piatto” va alla Scuola Primaria "N. Tommaseo" di Torino
Un percorso alla scoperta della salute del mare e di quella dell’uomo condotto attraverso il gioco, ma anche attraverso il coinvolgimento nel mondo della scienza di piccol* studenti della scuola primaria. Questa l’attività che i bambini e le bambine della 1°A I.C. "N. Tommaseo" di Torino hanno intrapreso con la Dr.ssa Erika Cottone del Dipartimento di Scienze Della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, durante il laboratorio “Plastiche e microplastiche: dal mare al piatto.”
Una collaborazione sinergica tra i due istituti nata per mostrare ai/le piccoli/e alliev* i temi più attuali sia del dibattito ecologico, sia della ricerca universitaria, per mostrare alcuni aspetti della realtà che ci circonda, in uno scambio originale di esperienze e di conoscenze.
Le attività svolte nell’ambito dell’iniziativa hanno accompagnato i piccoli esploratori e le piccole esploratrici alla conoscenza di un materiale che contraddistingue il nostro tempo, tanto da attribuirgli il nome: Plasticene.
La plastica:
Cos’è dunque la Plastica, dove la possiamo trovare, quali sono i suoi usi, e quali le insidie? Per alcuni settori e attività, quindi, la plastica può risultare fondamentale, addirittura necessaria alla tutela della salute dell’uomo. Ma quali sono e dove si celano quindi le insidie di questo materiale? Cosa si può fare dunque per osservarne un uso corretto, per ridurla e per smaltirla? Accanto al decalogo, si colloca un altro strumento forte: quello della Ricerca, la ricerca universitaria degli scienziati del DBios, che lavorano su cellule del tessuto adiposo per studiare gli effetti delle microplastiche e dei contaminanti ambientali. L’iniziativa sostenuta dalle insegnanti della 1A, Paola Richiardi, Federica Grassi, Ines Bossotto, dell’I.C. "N. Tommaseo", e realizzata dalla Dr.ssa EriKa Cottone del DBios, ha voluto dare la possibilità agli/alle studenti della scuola primaria di scoprire il Dbios come luogo di formazione e ricerca aperto alla comunità, ma anche di costruire un immaginario di accessibilità all'alta formazione in condizioni di pari opportunità, e soprattutto la possibilità di diffondere tra i giovanissimi la consapevolezza dell’impatto che la ricerca ha sulla nostra vita quotidiana. All’Università di Torino, e nei suoi Dipartimenti, si sperimentano costantemente nuove modalità di coinvolgimento della comunità attraverso la realizzazione di eventi pubblici, progetti di comunicazione, percorsi di educazione scientifica per le scuole e tanto altro. Una risposta agli obiettivi di Public Engagement che l’Ateneo si propone di raggiungere, e che sono finalizzati a condividere i risultati e i processi della ricerca, ad alimentare lo scambio reciproco di saperi, competenze e punti di vista con i diversi attori sociali, nella consapevolezza che la crescita culturale, sociale ed economica di un territorio sia un lavoro di squadra.
L’avventura, che si è sviluppata tra i banchi della classe, è nata da poche semplici domande, per giungere ad una vera e propria lezione sperimentale, fatta di esplorazione sensoriale, confronto e deduzione, con quesiti, giochi e quiz scientifici, ma anche con disegni e colori, e scenari da riconoscere.
Con stimoli e riflessioni, gli/le studenti-scienziat* hanno saputo acquisire consapevolezza circa le forme della plastica, gli ambiti di utilizzo e i consumi, dai più, ai meno noti: gli indumenti, le più comuni bottiglie, per arrivare sino agli indispensabili strumenti di tipo medico/sanitario.
Fra le molteplici, come la sua resistenza a decomporsi, la plastica si trasforma in Microplastica, e si diffonde nell’ambiente sino ad entrare nella catena alimentare, andando a creare rischi, anche importanti, per la salute dell’uomo.
Una riflessione ad ampio raggio sull’inquinamento ambientale, in particolare marino, ha reso partecipi i bambini che con entusiasmo hanno trovato soluzioni e risposte, come: differenziare, riciclare, non disperdere nell’ambiente insegnare agli amici il comportamento più sano.
Ecco le buone abitudini individuali che rientrano in alcuni dei principi stilati nel decalogo della vita quotidiana.
Non è mai troppo presto per essere scienziati, né per scoprire l'importanza dell'impatto antropico sull'ecosistema in cui viviamo, e di quello che la ricerca, la scienza e gli studi possono realizzare per trovare soluzioni alle necessità del nostro tempo.