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Microplastiche e interferenti endocrini

Microplastics and endocrine disrupting chemicals

Componenti

Fotografia

Attività

endocrine disruptor

Le sostanze chimiche sono componenti essenziali della nostra vita quotidiana. Ma alcune di esse, dette interferenti endocrini, possono avere effetti nocivi sul sistema endocrino (ormonale) animale. Gli ormoni agiscono in quantità molto piccole e in momenti precisi per regolare sviluppo, crescita, riproduzione, metabolismo, immunità e comportamento. Gli interferenti endocrini interferiscono con i sistemi ormonali naturali, e le conseguenze sulla salute possono manifestarsi molto tempo dopo il periodo di esposizione.

Il nostro laboratorio è interessato all’impatto degli interferenti endocrini sul bilancio energetico (inclusa l’adipogenesi), sulla riproduzione e sullo sviluppo.

 

Plastificanti

Molte sostanze presenti nell’ambiente, sia naturali che sintetiche, sono oggi riconosciute come interferenti endocrini. Tra queste troviamo alcuni farmaci, composti simili alle diossine, bifenili policlorinati, pesticidi, e plastificanti quali il bisfenolo A e gli ftalati.Hormone distruptors 

Tra le sostanze su cui ci focalizziamo maggiormente ci sono i plastificanti, spesso impiegati nei materiali che vengono a contatto con gli alimenti (contenitori per il cibo, utensili da cucina) e altri oggetti di plastica di uso quotidiano.
I plastificanti sono poco o nulla legati ai polimeri, una caratteristica che facilita la loro migrazione, facendoli quindi venire in contatto con l’organismo attraverso il consumo di cibo, l’assorbimento cutaneo e l’inalazione.

Adipociti maturi

Alcune sostanze chimiche tossiche sono state chiamate “obesogeni” o “interferenti metabolici”, a causa della loro capacità di promuovere l’accumulo di tessuto adiposo alterandone il differenziamento cellulare e aumentando i depositi di grasso.
Noi attualmente utilizziamo modelli cellulari in vitro di adipogenesi per testare la potenziale interferenza metabolica di diversi classi di composti (inclusi plastificanti quali gli ftalati, bisfenoli, organofosfati) quantificando il differenziamento in adipociti maturi, la loro capacità di aumentare l’accumulo lipidico, e il potenziale meccanismo coinvolto.

embrione zebrafish

Controllo centrale della riproduzione

Testiamo anche l’impatto degli interferenti endocrini sui neuroni coinvolti nel controllo centrale della riproduzione

A questo scopo utilizziamo linee cellulari di neuroni GnRH al fine di caratterizzare i potenziali effetti di queste sostanze sulla proliferazione, migrazione, sopravvivenza, differenziamento, segnalazione intracellulare ed e spressione genica. 
Possiamo inoltre testare gli effetti di interferenti endocrini/metabolici sui processi di sviluppo in vivo, utilizzando un modello ampiamente impiegato in tossicologia e biologia dello sviluppo, l’embrione di zebrafish, in collaborazione con il Centro di Biotecnologie Molecolari (Dr. Giorgio Merlo).

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 11/01/2024 15:37
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